Incontro Tutti sulla stessa barca 22 marzo 2019 | Aggiornato

Invitiamo gli alunni e le famiglie dell’istituto alla serata Tutti sulla stessa barca che si terrà venerdì 22 marzo 2019 presso la scuola L. C. Farini, dedicata all’accoglienza e all’integrazione dei migranti.

L’incontro darà voce e visibilità a testimoni privilegiati e sarà l’occasione per mostrare gli esiti dei laboratori e degli approfondimenti svolti nelle classi sul tema.

Ragazzi e docenti vi aspettano alle ore 20.30.

Riceviamo e pubblichiamo un documento redatto dai docenti della scuola L. C. Farini.

Documento comune dei docenti della Scuola Secondaria di I grado “L.C.Farini” IC12 Bologna
Siamo insegnanti di una scuola statale, consapevoli e fieri del nostro arduo compito di educare le nuove generazioni ai valori della nostra Costituzione, all’amore per il patrimonio di civiltà che il genere umano tutto ha saputo generare nei secoli, alla partecipazione al processo di unificazione europea, al rispetto dei diritti universali dell’uomo. Abbiamo idee e sensibilità diverse, ma ci uniscono la ricerca
del bene comune e la passione per il nostro lavoro.

Come cittadini, e prima ancora come persone, cerchiamo di vivere i valori che siamo chiamati a trasmettere ai nostri alunni, per offrire loro esempi credibili di cittadinanza. Sappiamo bene peraltro quanto sia importante per i bambini e i giovani la coerenza tra quello che si afferma e quello che si mette in pratica. Tutti i giorni nel mondo della scuola si fanno nuovi incontri, si ascoltano nuove voci, si vivono nuove esperienze. La nostra comunità nasce dalla convivenza, i nostri ragazzi sono abituati
a condividere, diventano capaci di accogliere. A scuola si coltiva la curiosità, la voglia di incontrarsi e di conoscersi. Ci si abitua a pensare che la diversità può essere una risorsa e che l’altro non è un nemico. Anche in giorni come questi, in cui gli adulti sono sempre più cupi, sospettosi e incattiviti.

La nostra comunicazione, lo sappiamo, si basa su una relazione quotidiana che vede nella dimensione della classe o dell’istituzione scolastica la sua sede naturale, tuttavia oggi avvertiamo con urgenza il bisogno di esprimere ad una comunità più vasta il nostro disagio e la nostra preoccupazione di fronte ad avvenimenti drammatici che interpellano le nostre coscienze e chiamano in causa i fondamenti della nostra identità civile. Ci riferiamo in particolare alla condizione delle persone migranti.

Premesso che non abbiamo né le competenze né la pretesa di dare soluzioni sulle “politiche migratorie”, sentiamo comunque emergere forti e chiare nelle nostre coscienze alcune domande:

1. com’è possibile che a poche miglia dalle coste italiane ed europee si susseguano naufragi annunciati, con decine di morti per volta, senza che avvertiamo come un obbligo inderogabile quello di salvare le vite dei naufraghi?

2. com’è possibile che le persone tratte in salvo debbano trascorrere giorni e settimane in mare prima di trovare un porto disposto ad accoglierle?

3. come possiamo tollerare che sulle coste africane prosperino centri di detenzione di migranti dove stupri e torture sono trattamenti a cui i reclusi sono quotidianamente sottoposti?

4. com’è possibile che i migranti già presenti nel nostro territorio si trovino davanti o alla chiusura delle frontiere da parte degli altri stati europei o a una sempre più probabile prospettiva di clandestinità?

5. come può l’Europa immaginare un futuro realistico per i suoi cittadini se non accetta di considerare il destino degli altri popoli in situazione di difficoltà come parte del proprio?

Ci rendiamo conto che i problemi sottesi a questi interrogativi sono enormi, epocali e superano di gran lunga la contingenza politica del momento. L’uomo però nasce libero, non è una pianta, non mette radici inamovibili, cerca nuovi spazi, lo ha sempre fatto, fin dalla preistoria dell’umanità, e spesso partenze e arrivi hanno datovita a grandi civiltà. In ogni caso è controproducente dare risposte semplicistiche a fenomeni complessi.

Proprio per questo, consapevoli della grande difficoltà in cui ci dibattiamo quando cerchiamo risposte serie, crediamo che ci debbano guidare quei principi primi che la
nostra comune umanità e la storia ci hanno faticosamente (e a che prezzo!) consegnato come patrimonio prezioso: i diritti umani, la Costituzione italiana, i principi fondativi dell’Unione Europea.

I valori su cui si fondano questi documenti non ci danno soluzioni concrete immediate, ma tracciano le linee guida, stabiliscono le scale gerarchiche di interessi in base alle quali orientare le nostre scelte. Ebbene questi valori ci dicono senza ombra di dubbio che non possiamo accettare di fare braccio di ferro (con i trafficanti di uomini, alcuni governi africani, gli altri stati europei,…) sulla pelle dei migranti! Il fine non può giustificare i mezzi, se questi comportano come prezzo la morte o l’abbrutimento dell’uomo!

Mentre continuiamo, giustamente, a coltivare la memoria dei grandi drammi epocali del passato affinché non si ripetano, auspichiamo un moto di indignazione collettiva, un sussulto delle nostre coscienze anche rispetto a queste tragedie del nostro presente, perché la luce che i momenti più bui del nostro passato hanno saputo proiettare sulla nostra condizione umana possa farci aprire gli occhi su quanto di disumano accade ancora oggi sotto il nostro sguardo anche per nostra responsabilità. In caso contrario, quando il vento della storia avrà spazzato via la nebbia dei nostri alibi, come potremo giustificare la nostra indifferenza di oggi davanti alle generazioni future che ce ne chiederanno conto?

Non siamo più disposti ad essere accecati dall’indifferenza. Vogliamo ristabilire la giusta gerarchia dei valori umani. Chiediamo di poter offrire a tutti i livelli esempi di coerenza ai nostri alunni, a cui ci sforziamo di trasmettere il valore supremo della vita, della libertà dell’individuo, il gusto dell’accoglienza, l’impegno per l’integrazione.

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